Red Hat Enterprise Linux AS 3 Release Note


Panoramica

In queste release note, sono trattati i seguenti argomenti:

  • Booting Anaconda

  • Note relative-all'installazione

  • Note su metodi d'input

  • Note generali

  • Note sul kernel

Booting Anaconda

Questa sezione descrive il processo necessario per avviare Anaconda, il programma di installazione di Red Hat Enterprise Linux

Il primo CD-ROM è avviabile, e può essere usato per iniziare il processo di installazione. Se non desiderate una installazione basata su CD-ROM (per esempio, se volete installare Red Hat Enterprise Linux 3attraverso un collegamento di rete), un file d'immagine CD-ROM contenente solo file necessari per iniziare il processo di installazione, è disponibile come boot.iso nella directory images/ sul primo CD-ROM.

Note relative all'installazione

Questa sezione riporta tutte le problematiche inerenti il programma di installazione di Red Hat Enterprise Linux Anaconda.

  • La sequenza per la processazione dei CD-ROM per Red Hat Enterprise Linux 3 è stata cambiata. Il primo CD-ROM è necessario al momento dell'avvio del programma di installazione, e successivamente dopo che il CD-ROM è stato processato.

  • Il programma di installazione di Red Hat Enterprise Linux consente di verificare l'integrità dei vari media per l'installazione e funziona con CD, DVD, disco fisso ISO, e metodi di installazione ISO di NFS. Red Hat raccomanda di controllare tutti i supporti che possono essere usati per l'installazione prima di procedere con l'installazione e prima di segnalare eventuali problemi (spesso i problemi segnalati sono dovuti a CD non correttamente masterizzati). Per eseguire il controllo, digitate linux mediacheck al prompt boot:.

  • Red Hat Enterprise Linux 3 include un nuovo kernel conosciuto come kernel hugemem. Questo kernel supporta uno spazio per processo di 4GB (contro i 3GB degli altri kernel), e uno spazio diretto del kernel di 4GB. Usando questo kernel si abilita a Red Hat Enterprise Linux di essere eseguito su sistemi finoa 64GB di memoria principale. Il kernel hugemem è necessario per poter usare tutta la memoria nelle configurazioni del sistema contenenti più di 16GB di memoria. Il kernel hugemem può anche avvantaggiare le configurazioni eseguite con minor memoria (per esempio, se è in esecuzione una applicazione che può beneficiare da un più grande spazio del processo dell'utente.)

    Per ricordarvi della problematica, il kernel di Red Hat Enterprise Linux 3 visualizza un messaggio al momento dell'avvio se la configurazione del sistema contiene più di 16GB di memoria. Dopo l'avvio del sistema, il seguente comando può essere usato per vedere se il vostro sistema abbia visualizzato il messaggio:

    dmesg | less

    NOTA BENE: Per fornire uno spazio di 4GB dell'indirizzo sia per il kernel che per lo spazio dell'utente, il kernel deve avere due tracciati separati dell'indirizzo della memoria virtuale. Ciò introduce un overhead quando si effettua un trasferimento dallo spazio dell'utente a quello del kernel; per esempio, nel caso delle chiamate del sistema e delle interruzioni. L'impatto di questo overhead nelle prestazioni generali, dipende altamente dall'applicazione.

    Notare anche che, dato che alcuni driver non sono stati originariamente scritti per lavorare bene in ambienti con memoria molto grande, Red Hat supporta solo un sottoinsieme valido di driver quando il kernel hugemem viene usato. I driver che sono stati convalidati da Red Hat per un uso con il kernel hugemem, sono contenuti nel pacchetto kernel-hugemem. I driver che non sono stati convalidati, ma che sono stati ugualmente forniti, sono disponibili nell'RPM kernel-hugemem-unsupported. Per visualizzare l'elenco dei driver in questi RPM, usare il seguente comando:

    rpm -qlp <kernel-rpm>

    (Dove < kernel-rpm> è il filename completo dell'RPM hugemem appropriato. Notare che questi RPM possono essere trovati sul CD-ROM #2, nella directory RedHat/RPMS/.)

    Se decidete che l'overhead aggiuntivo del kernel hugemem e il sottoinsieme di driver disponibili, non presentano alcun problema per la vostra configurazione hardware e per l'ambiente del sistema, e desiderate usare il kernel hugemem, dovrete prima installarlo. Per installare il kernel hugemem, inserire il seguente comando dopo aver eseguito il log in come root:

    rpm -ivh <kernel-rpm>

    (Dove per esempio <kernel-rpm> è il nomedel file RPM del kernel hugemem —kernel-hugemem-2.4.21-1.1931.2.393.EL.i686.rpm.)

    Dopo aver completato l'installazione, riavviate il vostro sistema, assicurandovi di selezionare il kernel hugemem appena installato. Dopo aver controllato il vostro sistema per una funzionalità adeguata mentre eseguite il kernel hugemem, dovrete modificare il file /boot/grub/grub.conf in modo tale che il kernel hugemem viene avviato per default.

  • Red Hat Enterprise Linux 3 può essere installato sull'IBM eServer xSeries® 440 e 445. Tuttavia, il programma di installazione supporta le configurazioni contenenti non più di un chassis e nessun RXE-100 Remote Expansion Enclosures collegato. Se il vostro sistema non è conforme ai suddetti requisiti, potete rimuovere qualsiasi chassis aggiuntivo e/o RXE-100, e poi effettuare l'installazione. Una volta completata l'installazione, potete installare nuovamente i vostri chassis e/o RXE-100, che funzioneranno normalmente con Red Hat Enterprise Linux.

  • Red Hat Enterprise Linux 3 include ora un supporto per il Logical Volume Management (LVM). L'LVM è un modo per ottenere lo spazio del disco in uno o più volumi logici, il quale può essere usato/i per implementare dei file system facilmente ridimensionabili.

  • Sebbene la maggior parte dei computer sia in grado di avviare il processo di installazione direttamente dal primo CD distribuito da Red Hat Enterprise Linux alcune configurazioni hardware richiedono l'uso di un dischetto di avvio. Se il vostro hardware lo richiede, è bene che siate a conoscenza del seguente cambiamento.

    Red Hat Enterprise Linux 3 utilizza un layout per il dischetto di avvio differente dalle versioni precedenti di Red Hat Enterprise Linux. Attualmente esiste un singolo file d'immagine del dischetto di avvio (bootdisk.img) che viene usato per avviare tutti i sistemi che richiedono un dischetto di avvio.

    Se state eseguendo un'installazione che non usa dispositivi IDE o USB, vi verrà chiesto di inserire un dischetto dei driver creato da uno dei seguenti file d'immagine:

    · drvnet.img — Per installazioni di rete

    · drvblock.img — Per installazioni SCSI

    · pcmciadd.img — Per installazioni PCMCIA

    Come con le versioni precedenti di ,Red Hat Enterprise Linux, questi file di immagini si trovano nella directory images/ sul primo CD di installazione.

  • Le installazioni in modalitá testo eseguite tramite un terminale seriale, funzionano meglio se il terminale supporta UTF-8.Nei sistemi UNIX e Linux, Kermit supporta pienamente UTF-8, mentre nei sistemi Windows, kermit '95 funziona abbastanza bene. I terminali che non supportano UTF-8 funzionano solo se durante l'installazione si usa la lingua inglese.È possibile servirsi di un display seriale ottimizzato e passare "utf8" come opzione di avvio al programma d'installazione. Per esempio:

    console Linux=ttyS0 utf8

  • La schermata di configurazione del firewall nel programma di installazione di Red Hat Enterprise Linux, è stata semplificata. Le precedenti impostazioni "High", "Medium", e "No firewall" sono state sostituite da un controllo on/off più diretto. In aggiunta, la configurazione di default del firewall è in grado di effettuare un riconoscimento in base allo stato, rendendolo molto più sicuro. Il nuovo design rende possibile agli utenti una autenticazione NIS, NFS e DNS per impiegare un firewall con nessuna personalizzazione necessaria (anche se è ancora possibile la personalizzazione specificando la porta e il protocollo).

    NOTA BENE: Questi cambiamenti vengono applicati anche al Tool di configurazione del livello di sicurezza (redhat-config-securitylevel).

  • È supportata ora l'installazione tramite VNC. Per iniziare una installazione basata su VNC, passare vnc come opzione al momento dell'avvio. Se necessario, una password può essere impostata aggiungendo "vncpassword=<password>" alle opzioni al momento dell'avvio. Il display VNC sarà "<host>:1", dove <host> è l'hostname o l'indirizzo IP del sistema che installa Red Hat Enterprise Linux.

    È possibile per il programma di installazione Red Hat Enterprise Linux, avviare un collegamento ad un client VNC in ascolto. Questo può essere fatto usando l'opzione di avvio vncconnect:

    linux vnc vncconnect=<client>[:<port>]

    (Dove <client> rappresenta l'hostname o l'indirizzo IP del sistema che esegue il client VNC in ascolto, e <port> è una specificazione facoltativa della porta, che può essere specificata se il client VNC non è in ascolto sulla porta 5500, la quale è la porta di default per questo tipo di collegamento). I seguenti esempi, mostrano come l'opzione di avvio viene specificata per porte standard e non:

    linux vnc vncconnect=pigdog.example.com

    linux vnc vncconnect=pigdog.example.com:27910

    Il sistema che deve eseguire il client VCN in ascolto, deve lanciare il software appropriato in modo tale da poter eseguire il client VCN e la sua modalità in ascolto. Per il client VNC fornito con Red Hat Enterprise Linux 3, è sufficiente il seguente comando:

    vncviewer -listen

    In aggiunta, una nuova direttiva kickstart è stata aggiunta per supportare le installazioni basate su VNC:

    vnc [--password <password>] [--connect <host>[:<port>]]

    (Dove --password <password> rappresenta un parametro facoltativo per specificare una password VNC, e [--connect <host>[:<port>]] rappresenta un parametro facoltativo per specificare l'host (e facoltativamente, la porta) di un sistema che esegue un client VNC in ascolto.

    NOTA BENE: Se specificate qualsiasi opzione di avvio relativa a VNC, tale opzione sovrascrive la corrispondente presente nel file kickstart.

  • Il driver video vmwareopen source XFree86, viene fornito come comodità ai nostri clienti, e non è supportato in alcun caso da Red Hat, Inc.. Tuttavia, qualsiasi problema segnalato con il driver video vmwareopen source XFree86 e ricevuto da Red Hat, verrà inoltrato al personale VMware appropriato, in modo tale da poter effettuare un controllo. I Bug fixes che sono disponibili per questo driver, potrebbero essere revisionati da Red Hat, per poterli eventualmente includere in errata e in prodotti futuri.

Metodi di input

Questa sezione contiene informazioni generali relative all'uso dei metodi di input.

Un metodo di input permette agli utenti d'inserire dei caratteri diversi in applicazioni comuni come ad esempio, word-processing, email e messaggi in tempo reale. Red Hat Enterprise Linux presenta un supporto per tale metodo per le seguenti lingue:

  • Cinese (Semplificato e Tradizionale)

  • Giapponese

  • Coreano

Le seguenti entry descrivono l'uso dei metodi di input per ognuna di queste lingue.

  • Cinese semplificato

    Per inserire dei caratteri in Cinese Semplificato, usare il metodo di input miniChinput. Per attivare tale metodo, premere Ctrl-Spazio.

    Il metodo di input miniChinput supporta i seguenti moduli:

    · input pinyin intelligent

    · input pinyin gbk

    · input pin shuang

    · input (gb18030 code) codice interno

    Il pacchetto miniChinput viene installato per default se viene selezionato durante l'installazione, il supporto per il Cinese semplificato.

  • Cinese Tradizionale

    Per inserire i caratteri per il Cinese Tradizionale, usare il metodo di input xcin. Per attivare tale metodo, premere Ctrl-Space. Premendo Shift-Ctrl o Ctrl-Alt-Num, vi permette di cambiare i moduli di input.

    Il metodo di input xcin, supporta i sguenti moduli:

    · CJ

    · Simplex

    · Phone

    · CantonPing

    · Bimsphone

    · Bimspinyin

    · Array30

    · Cantonping (nessuna intonazione)

    Il pacchetto xcin viene installato per default, se viene selezionato durante l'installazione il supporto per il Cinese Tradizionale.

  • Giapponese

    Per inserire i caratteri giapponesi, potete usare i metodi di input Canna, FreeWnn o skk. Per attivare tale metodo, premere Shift-Space.

    I seguenti moduli sono supportati:

    · romaji

    · kana (solo il metodo Canna — dipende dal file di configurazione)

    I pacchetti Canna, FreeWnn, e skkinput vengono installati per default se viene selezionato durante l'installazione il supporto per il giapponese.

  • Coreano

    Per inserire i caratteri in coreano, usare il metodo di input ami. Per attivare tale metodo, premere Shift-Spazio.

    Il pacchetto ami viene installato per default se durante l'installazione viene selezionato il supporto per il coreano.

Note Generali

Questa sezione contiene note generali relative a problematiche successive all'installazione.

  • Il server HTTP di Apache è stato aggiornato alla versione 2.0. Il pacchetto aggiornato sostituisce la versione 1.3 ed è stato rinominato httpd.

    · I moduli auth_ldap, mod_put, mod_roaming, mod_auth_any, mod_bandwidth, mod_throttle, e mod_dav sono stati rimossi.

    · La funzionalità WebDAV è ora inclusa con il pacchetto httpd.

    NOTA BENE: Sono necessari alcuni cambiamenti nei confronti dei file di configurazione esistenti. I moduli Apache di terzi potrebbero aver bisogno di un aggiornamento. Consultate la migration guide su /usr/share/doc/httpd-*/migration.html per maggiori informazioni.

  • Red Hat Enterprise Linux 3 supporta l'avvio attraverso la rete usando il protocollo PXE (Pre-Boot Execution Environment), dato che in versioni precedenti è possibile configurare Red Hat Enterprise Linux 3come un server di installazione, questo rende i kernel e i file di immagine disponibili per l'avvio di installazioni di rete.

    Disponibile anche in Red Hat Enterprise Linux 3 è il supporto per ambienti senza dischi. Un server senza disco (simile ad un server di installazione) rende i kernel e i file di immagine disponibili per i sistemi senza dischi del client. Dopo aver effettuato l'avvio, i sistemi senza dischi del client montano un file system di root tramite NFS, eliminando il bisogno di memorie connesse localmente.

    Il Tool di avvio della rete (redhat-config-netboot) è un tool di configurazione grafica che vi permette di configurare entrambi gli ambienti.

  • Lo spooler di stampa LPRng è stato sostituito da CUPS, e il Tool di configurazione della stampante (redhat-config-printer) è il tool consigliato per configurarlo. Puó essere lanciato dal menu Impostazioni del sistema, usando la voce Printing.

  • Il Tool di configurazione del livello di sicurezza (redhat-config-securitylevel) è stato semplificato. Le precedenti impostazioni "High", "Medium", e "No firewall" sono state sostituite da un controllo on/off più diretto. In aggiunta, la configurazione di default del firewall è in grado di effettuare un riconoscimento in base allo stato, rendendolo molto più sicuro. Il nuovo design rende possibile agli utenti una autenticazione NIS, NFS e DNS per impiegare un firewall con nessuna personalizzazione necessaria (anche se è ancora possibile la personalizzazione specificando la porta e il protocollo).

    NOTA BENE: Questo cambiamento viene applicato anche al programma di installazione di Red Hat Enterprise Linux.

  • Questa versione include GNOME Print Manager, uno strumento grafico per la gestione della coda di stampa semplice da usare. Può essere lanciato dal menu System Tools usando la voce Print Manager. Quando un job di stampa è nella coda, nell'area di notifica del sistema comparirà un'icona.

  • Red Hat Enterprise Linux 3 include una utility setarch. Setarch rende possibile il cambiamento dell'output fornito dal comando uname. Questo è possibile per un certo numero di ragioni, come ad esempio eseguire applicazioni a 32-bit (quelle scritte per avere valori particolari da uname -m) in ambienti a 64-bit.

    Il formato per il comando setarch è il seguente:

    setarch <arch> <command>

    (Dove <arch> rappresenta la stringa dell'architettura desiderata (come ad esempio i386), e <command> rappresenta il comando da eseguire quando l'architettura è stata modificata.) Notare che <command> può essere omesso, in tal caso viene eseguito /bin/sh.

    Alcune applicazioni (come ad esempio alcune versioni precedenti di Java) sono state scritte presupponendo uno spazio dell'indirizzo virtuale di 3GB;Quando eseguite su sistemi con spazi dell'indirizzo virtule più grandi (come ad esempio per sistemi basati su x86-64 a 64-bit, oppure sistemi a 32-bit che eseguono il kernel hugemem), queste applicazioni possono non funzionare correttamente. La utility setarch, rende possibile l'emulazione di uno spazio dell'indirizzo virtuale di 3GB, permettendo a tali applicazioni di poter essere eseguite correttamente:

    setarch -3 java

  • Red Hat Enterprise Linux 3 include la libreria Native POSIX Thread Library (NPTL), una nuova implementazione dei thread POSIX per Linux. Questa libreria offre prestazioni migliori e una maggiore scalabilità.

    Questa libreria di thread è stata progettata per essere compatibile a livello binario con le precedenti implementazioni dei LinuxThread. Tuttavia le applicazioni che si basano sui punti in cui l'implementazione dei LinuxThread viene deviata rispetto allo standard POSIXdovranno essere corrette. Ecco alcune delle differenze più significative:

    · Il modo in cui i segnali sono gestiti è cambiato, passando dalla modalità per-thread a quella del processo POSIX.

    · getpid() restituisce lo stesso valore in tutti i thread.

    · I gestori dei thread registrati con pthread_atfork non vengono eseguiti se viene usato vfork().

    · Nessun thread manager.

    Tra le applicazioni che possono presentare dei problemi nell'uso di NPTL, figurano:

    - Sun JRE prima della versione 1.4.1

    - IBM JRE

    Se un'applicazione non funziona correttamente con NPTL, può essere eseguita usando le vecchie implementazioni dei LinuxThread mediante la impostazione del seguente variabile ambientale:

    LD_ASSUME_KERNEL=<kernel-version>

    Sono disponibili le seguenti versioni:

    · 2.4.19 — I Linuxthread con stack floating

    · 2.2.5 — I Linuxthread con stack floating

    Nota bene, il software che usa errno, h_errno, e _res deve inserire il file di testo (rispettivamente errno.h, netdb.h, e resolv.h) nell'appropriata sezione #include, prima di essere usato. Tuttavia, LD_ASSUME_KERNEL=2.4.19 può essere usato come workaround fino a quando il software non viene riparato.

  • I programmi C++ multi-threaded che usano la cancellazione del thread, potrebbero aver bisogno di essere forzati all'uso della libreria dei Thread di Linux usando l'impostazione della variabile dell'ambiente LD_ASSUME_KERNEL=2.4.19. Altrimenti il programma terminerà in modo anomalo (dato che l'eccezione generata non è stata riconosciuta).

    Il codice C++ appena scritto che usa le funzioni dall'ambiente runtime C, potrebbero aver bisognodi una modifica in modo da poter considerare la cancellazione. Questo può essere fatto seguendo uno dei seguenti metodi:

    · Non segnare la funzione C++ con throw() (in modo tale che i richiedenti sono a conoscenza della possibilità che una eccezione può essere lanciata), e compilare il codice con delle eccezioni. Questa è l'opzione di compilazione di default; gli utenti non dovrebbero specificare -fno-exceptions durante la compilazione.

    · Disabilitare completamente la cancellazione prima di inserire le funzioni che richiamano quelle del runtime C abilitate a cancellare. Questo può essere fatto in modo seguente:

    pthread_setcancelstate (PTHREAD_CANCEL_DISABLE, &oldstate)

    Dopo aver chiamato le funzioni C, la cancellazione può essere nuovamente abilitata in modo seguente:

    pthread_setcancelstate (oldstate, NULL)

    NOTA BENE: A questo punto le cancellazioni sono abilitate e per questo motivo la funzione che chiama pthread_setcancelstate(), deve essere compilata con delle eccezioni abilitate, e deve essere segnata come in emissione delle eccezioni.

  • Un nuovo messaggio di sistema è stato aggiunto a Red Hat Enterprise Linux :3

    application bug: <app-name>(<app-pid>) has SIGCHLD set to SIG_IGN but calls wait(). (see the NOTES section of 'man 2 wait'). Workaround activated.

    Questo messaggio (visualizzato sulla console del sistema e/o nei file di log del sistema) indica che l'applicazione non è completamente conforme agli standard per quel che riguarda la gestione dei processi figli. Se compare questo messaggio, dovete avvertire gli sviluppatori dell'applicazione.

  • Red Hat Enterprise Linux 3 include la capacità di produrre il Position Independent Executables (PIE) per C, C++, e Java. Questo contenuto viene abilitato con le opzioni GCC -fpie e -fPIE per la compilazione, le quali sono simili nell'uso rispettivamente alle opzioni -fpic e -fPIC, e al momento del collegamento, all'opzione -pie.

  • I pacchetti fileutils, textutils, sh-utils, e stat sono stati sostituiti dal pacchetto piú recente coreutils.

  • Gli RPM che contengono il Tool di gestione della rete (redhat-config-network) hanno nomi e funzioni differenti. L'RPM redhat-config-network contiene l'interfaccia grafica utente del tool, mentre redhat-config-network-tuicontiene il tool (con la suainterfaccia utente basata sul testo).

  • Il supporto per XHTML1 — la nuova formulazione di HTML in XML — è migliorato. Questo è stato possibile con l'aggiunta del pacchetto xhtml1-dtd, l'installazione dei DTD nel catalogo del sistema, e l'aggiunta del supporto nativo negli strumenti libxml2 e xsltproc.

  • Il toolkit XML è stato esteso per supportare una convalida Relax-NG, e una capacità di streaming di file molto grandi.

  • Il sistema OProfile è stato aggiunto a Red Hat Enterprise Linux 3 OProfile è un tool per programmatori che consente di analizzare le prestazioni del sistema, usando speciali componenti hardware inclusi nei computer moderni. La documentazione per OProfile è inclusa nel pacchetto oprofile. Dopo aver installato Red Hat Enterprise Linux 3, emettete il comando rpm -qd oprofile per ottenere un elenco della documentazione disponibile. Per maggiori informazioni consultate il sito web di OProfile http://oprofile.sourceforge.net.

    NOTA BENE: Il supporto kernel per OProfile in Red Hat Enterprise Linux 3 è basato sul codice della versione precedente del kernel di sviluppo 2.5. Tuttavia, se vi riferite alla documentazione di OProfile, ricordatevi chei contenuti elencati come essere specifici della versione 2.5, sono applicabili al kernel di Red Hat Enterprise Linux, anche se la versione del kernel è 2.4. Ciò significa che i contenuti elencati come essere specifici del kernel 2.4 non vengono applicati al kernel Red Hat Enterprise Linux.

  • Attualmente, il sistem X Window fà uso di due sottosistemi di caratteri, ciascuno con diverse caratteristiche:

    · Il sottosistema originale (che ha oltre 15 anni) è definito il "sottosistema principale di font X". I font di questo sottosistema non sono anti-alias, sono gestiti dal server X , e hanno nomi come:

    -misc-fixed-medium-r-normal--10-100-75-75-c-60-iso8859-1

    Il sottosistema di font più recente è noto come "fontconfig", e permette alle applicazioni di accedere direttamente ai file dei font. Fontconfig è usato spesso con la libreria "Xft", che consente alle applicazioni di visualizzare i font di fontconfig sullo schermo con antialiasing. Fontconfig usa nomi più facili da ricordare per gli utenti come:

    Luxi Sans-10

    Col tempo, fontconfig/Xft sostituirà il sottosistema di font X. Attualmente, le applicazioni che usano i toolkit Qt 3 o GTK 2 (che includono le applicazioni di GNOME e di KDE) usano il sottosistema dei font di fontconfig e di Xft. Il resto usa per lo più i font di X.

    In futuro, Red Hat potrebbe supportare solo fontconfig/Xft invece del server dei caratteri XFS come il metodo predefinito di accesso per i caratteri locali.

    NOTA BENE: Una eccezione sopra riportata, per l'uso del sottosistema della fonte è OpenOffice. org, il quale usa la propria tecnologia di font rendering.

    La procedura per aggiungere nuovi font al vostro sistema Red Hat Enterprise Linux 3varia a seconda del sottosistema che deve utilizzare i nuovi font. Per il nucleo del sottosistema di font X, dovete:

    1. Create la directory /usr/share/fonts/local/ (se non esiste già):

    mkdir /usr/share/fonts/local/

    2. Copiare il nuovo file dei caratteri in /usr/share/fonts/local/

    3. Aggiornate le informazioni font emettendo i seguenti comandi (notare che a causa delle restrizioni nella formattazione, i seguenti comandi potrebbero apparire su più di una riga, ogni comando dovrebbe essere inserito su di una riga singola):

    ttmkfdir -d /usr/share/fonts/local/ -o /usr/share/fonts/local/fonts.scale

    mkfontdir /usr/share/fonts/local/

    4. Se avete creato /usr/share/fonts/local/, dovete aggiungerlo al percorso del server font X (xfs):

    chkfontpath --add /usr/share/fonts/local/

    Aggiungere nuovi font al sottosistema fontconfig è più semplice; è sufficiente copiare il nuovo file di font nella directory /usr/share/fonts/ (i singoli utenti possono modificare la propria configurazione di font copiando il file nella directory ~/.fonts/).

    Dopo aver copiato il nuovo font, utilizzate fc-cache per aggiornare le infomazioni sui font memorizzate nella cache:

    fc-cache <directory>

    (Dove <directory> potrebbero essere le directory /usr/share/fonts/ o ~/.fonts/.)

    I singoli utenti possono anche installare i font in modalità grafica, aprendo fonts:/// in Nautilus, e trascinandovi i nuovi file di font.

    NOTA: Se il nome del file di font termina con ".gz", vuol dire che è stato compresso con gzip, e deve essere decompresso (usando il comando gunzip) se si vuole che il sottosistema di font fontconfig utilizzi il font.

  • Con la transizione al nuovo sistema di font basato su fontconfig/Xft, il funzionamento delle applicazioni GTK+ 1.2 non viene compromesso dalle modifiche effettuate tramite la finestra di dialogo Font Preferences. Per queste applicazioni, è possibile configurare i font aggiungendo le seguenti righe al file ~/.gtkrc. mine:

    style "user-font" {

    fontset = "<specificazione-font>"

    }

    widget_class "*" style "user-font"

    (Dove <specificazione-font> rappresenta la specifica di un font nello stile usato dalle tradizionali applicazioni X, come "-adobe-helvetica-medium-r-normal--*-120-*-*-*-*-*-*".)

  • Per default, il mail transport agent (MTA), di Sendmail non accetta le connessioni di rete da host diversi dal computer locale. Se desiderate configurare Sendmail come server per altri clienti, bisogna modificare /etc/mail/sendmail.mc e cambiare la riga DAEMON_OPTIONS per consentire il collegamentodei dispositivi di rete (o commentare questa opzione usando il delimitatore dnl). In seguito si deve rigenerare /etc/mail/sendmail.cf eseguendo il seguente commando (come root):

    make -C /etc/mail

    Perchè questo funzioni, è necessario installare il pacchetto sendmail-cf.

  • Il server FTP di default in Red Hat Enterprise Linux 3 è vsftpd, e viene eseguitocome un servizio SysV.

  • Cambiare sulla interpretazione dei moltiplicatori della misura della partizione di fdisk

    Il comando fdisk possiede ora una interpretazione diversa dei moltiplicatori della misura che possono essere usati quando si creano delle nuove partizioni del disco. I suffissi della misuara K, M, e G si riferiscono ora rispettivamente ai multipli di migliaia, milioni, e bilioni di byte. Questo è più costante con le specificazioni della misura del disco fornite dai produttori del drive del disco.

    Quindi se un utente desidera creare una partizione 512MB, il valore della misura specificato con un suffisso "M", sarà 512*1024*1024 (536,870,912), arrotondato fino al multiplo di un milione (537,000,000), per poi essere diviso per un milione (537), risultando in +537M.

  • Mentre la compatibilità per gli eseguibili e per i dynamic shared objects (DSO, conosciuti come librerie condivise), creati sulle versioni precedenti di Red Hat Linux e di Red Hat Enterprise Linux sono supportati, lo stesso non è valido per i file object (.o). I file object creati su versioni precedenti, possono essere usati su Red Hat Enterprise Linux 3 per creare nuovi eseguibili o DSO solo se essi sono stati creati senza includere alcun file header del sistema.

    Altrimenti, l'unico modo per usare questi file è quello di collegare i file object alla versione compatibile di glibc (parte del pacchetto compat-glibc). Qualsiasi file object appena creato, deve usare gli header dal pacchetto di compatibilità. Per esempio, per compilare i file object, aggiungere quanto segue all'inizio della linea di comando del compiler:

    -I/usr/lib/i386-redhat-linux7/include

    Per collegare l'eseguibile ottenuto o DSO, aggiungere quanto segue alla linea di comando:

    -L/usr/lib/i386-redhat-linux7/lib

    Se mettete insieme file object vecchi e quelli compilati attraverso gli header del sistema corrente, si possono avere dei risultati negativi. Collegando i file object vecchi, con le librerie del sistema normale, si può ottenere un eseguibile completamente non utilizzabile oppure si può verificare la presenza di bug negli eseguibili (come ad esempio una corruzione della memoria).

Note sul Kernel

Questa sezione contiene delle note relative al kernel di Red Hat Enterprise Linux 3.

  • Il kernel Red Hat Enterprise Linux 3 fà uso di una nuova tecnica di packaging del kernel. A causa della illimitata varietà di hardware disponibili, non è possibile per Red Hat supportare tutti i componenti hardware. Così mentre i moduli del kernel per gli hardware supportati restano nei pacchetti standard kernel, una serie di nuovi pacchetti kernel non supportati sono inclusi con Red Hat Enterprise Linux 3.

    Per ogni pacchetto kernel presente, c'è un pacchetto kernel non supportato corrispondente. Per esempio, il pacchetto kernel non supportato per kernel-smp-2.4.21-1.1931.2.349.2.2.EL.i686.rpm è kernel-smp-unsupported-2.4.21-1.1931.2.349.2.2.EL.i686.rpm.

    NOTA BENE: I pacchetti del kernel non supportati non sono installati dal programma d'installazione di Red Hat Enterprise Linux, quindi per poter usare i moduli del kernel non supportati, dovete installare manualmente il pacchetto non supportato del kernel,corrispondente al kernel che il vostro sistema usa.

    Dopo aver installato il pacchetto non supportato appropriato del kernel, dovete usare il seguente comando per aggiornare l'albero della dipendenza del modulo e il vostro initrd:

    /sbin/new-kernel-pkg --mkinitrd --depmod --install <versione del kernel>

    (Dove <versione del kernel> rappresenta la versione del kernel installato.)

    I driver contenuti all'interno dei pacchetti del kernel non supportati, sono forniti in base allo sforzo maggiore. Ciò significa che gli aggiornamenti e le correzioni upstream possono o meno, essere incorporati col tempo, e non sono coperti dalle stesse aspettative di supporto come i driver supportati. Le disposizioni del supporto personali che ricoprono i driver nel pacchetto non supportato, possono essere raggiunte in alcune situazioni con Red Hat.

  • Il kernel di Red Hat Enterprise Linux 3 include una funzionalità del processo di sincronizzazione più accurata. Questa nuova modalità del processo di sincronizzazione utilizza dei timestamp per fornire una sincronizzazione più accurata di idle e dei tempi di elaborazione. Quando abilitata, questa informazione è disponibile attraverso i tool di monitoraggio soliti (come ad esempio top, vmstat, e procinfo), e la chiamata del sistema getrusage.

    Per abilitare il processo di sincronizzazione basato sul timestamp, dovete avviare il sistema usando la seguente opzione di avvio:

    process_timing=<value>

    Dove <valore> può essere una o più dei seguenti, con valori multipli separati da delle virgole:

    · irq — Usa i timestamp per contare le interruzioni IRQ

    · softirq — Usa i timestamp per contare il softirq time nel kernel.

    · process — Permette ai processi di abilitare su se stessi il processo di sincronizzazione basato sul timestamp (viene disabilitato successivamente per tutti i processi per default)

    · all_process — Forza il processo di sincronizzazione basato sul timestamp su tutti i processi (incluso i compiti idle)

    · everything — Uguale a quando si specifica irq,softirq,all_process

    Se il sistema viene avviato usando l'opzione process, nessun processo inizialmente avrà abilitato per default, il processo di sincronizzazione basato sul timestamp. Tuttavia, i processi possono usare la chiamata del sistema prctl() per determinare e modificare la loro modalità del processo di sincronizzazione. La chiamata del sistema per determinare la modalità del processo di sincronizzazione è:

    mode = prctl(PR_GET_TIMING, 0, 0, 0, 0);

    La chiamata del sistema per impostare la modalità del processo di sincronizzazione è:

    status = prctl(PR_SET_TIMING, <modalità>, 0, 0, 0)

    (Dove <modalità> è PR_TIMING_STATISTICAL per abilitare la modalità tradizionale del processo di sincronizzazione, o PR_TIMING_TIMESTAMP per abilitare la modalità del processo di sincronizzazione basata sul timestamp.) Notare che abilitando una modalità del processo di sincronizzazione, disabilita l'altra.

    NOTA BENE: La chiamata del sistema prctl() può solo essere usata sui sistemi avviati con il valore process. Altrimenti, la chiamata del sistema ritornerà -EINVAL. Questo include i tentativi di disabilitare il processo di sincronizzazione basato sul timestamp sui sistemi avviati con l'opzione all_process.

    Una modalità di sincronizzazione di un processo figlio viene ereditata dal suo genitore, tuttavia, il processo figlio può usare la chiamata del sistema prctl() per modificare la propria modalità del processo di sincronizzazione (a seconda delle condizioni riportate nella nota precedente).

  • Il driver BusLogic (per alcuni adattatori bus host SCSI Mylex) viene fornito insieme con i pacchetti standard del kernel, ma viene supportato solo quando il kernel è un sistema operativo guest all'interno del software della macchina virtuale VMWare™. Questo perchè VMWare presenta un adattatore SCSI emulato al driver BusLogic, e l'ambiente è stato perfettamente provato e supportato da VMWare, Inc. Il driver BusLogic non è supportato su adattatori host SCSI fisici perchè questo driver non è stato mantenuto nel kernel ufficiale di Linux per diversi anni, e non è stato provato a fondo nel kernel Red Hat Enterprise Linux.

  • Il driver qla1280 (per gli adattatori SCSI Qlogic ISP1x80/1x160) non è stato mantenuto nel kernel ufficiale di Linux per diversi anni. Come risultato, anche se questo driver funziona correttamente con l'architettura Intel x86, non funziona bene con altre architetture. Quindi Red Hat supporta il driver qla1280 su piattaforme Intel x86.

  • I sistemi che si basano sui chipset Intel I865/I875 e utilizzano i chipset ICH5 integrated AC97, possono presentare una serie di problematiche di funzionalità audio, durante l'esecuzione di Red Hat Enterprise Linux 3.

    Il sottosistema ausio ICH5 integrated AC97 può essere identificato, ricontrollando l'output dal seguente comando:

    /sbin/lspci -n

    Il rivenditore PCI: il codice del dispositivo per l'audio ICH5 AC97 è 8086:24d5.

  • I sistemi basati sui chipset Intel I865/I875 e che utilizzano la funzionalità ICH5 Serial ATA (SATA), dovrebbero configurare le impostazioni BIOS per i propri dispositivi SATA in modalità "aggiornata" o "nativa". La modalità "Legacy" o "combinata" è supportata ma non consigliata.

    NOTA BENE: Non tutte le implementazioni BIOS offrono la possibilità di modificare queste impostazioni.

  • È stato aggiunto un nuovo supporto per il kernel, in modo da fornire delle capacità IPv6. Questo supporto è costante con l'implementazione basata su 2.6 di upstream come .6.0-test3.

    Notare che Red Hat non implementerà contenuti IPv6 aggiuntivi (come ad esempio tracce standard per IP Mobili) per questa release di Red Hat Enterprise Linux; il nostro obbiettivo è quello di concentrarci esclusivamente sulle bug dei contenuti esistenti.

  • EA (Attributi Estesi) e la funzionalità ACL (Elenco di controllo dell'accesso) sonodisponibili per i file system ext3. In aggiunta, è disponibile per NFS la funzionalità ACL.

    Red Hat Enterprise Linux 3 contiene un kernel che fornisce supporto EA e ACL per i file system ext3. Sono state aggiunte a NFS le estensioni del protocollo, per supportare le operazioni relative ad ACL, per file system esportati con NFS.

    Per abilitare le ACL su di un file system montato localmente, lo stesso file system deve essere montato con l'opzione di montaggio -o acl. Per default, il server NFS fa uso delle ACL se il file system li supporta. Per disabilitare questo contenuto, dovete specificare l'opzione di esportazione no_acl.

    EA sono usati in modo intrinseco per il supporto ACL. Per poter usare EA separatamente, il file system deve essere montato con l'opzione di montaggio -o user_xattr.

    Il supporto per questo viene in parecchi pacchetti:

    · kernel — Provvede supporto per memorizzare le EA e le ACL su disco per i file sytem ext3, così come le chiamate del sistema per manipolare le EA e le ACL. In fine, il pacchetto kernel fornisce il meccanismo per imporre alle ACL l'accesso del file.

    · e2fsprogs — Include la conoscenza dei formati nuovi di attributo esteso in modo che fsck può controllare i file system che usano questa nuova caratteristica.

    · attr, libattr — Fornisce l'accesso agli attributi estesi sui file allegati.

    · acl, libacl — Fornisce i tool per impostare, modificare, ed interrogare gli ACL impostati sui file.

    · libattr-devel, libacl-devel — Librerie e file include per creare i programmi usando le librerie acl e attr.

    · star — Uno strumento d'archivio che può creare e disfare entrambi i formati d'archivio tar e pax, e che può eseguire il backup e il ripristino delle EA e delle ACL.

    NOTA BENE: Le opzioni disponibili per star non sono completamente equivalenti con quelle disponibili per tar; per questo motivo assicuratevi di rivedere la pagina man di star.

    · samba — Samba può esportare la funzionalità ACL in questa release. Consultate la documentazione su samba per informazioni su come abilitare questa funzione nella vostra configurazione.

    Inoltre, il pacchetto coreutils è stato aggiornato in modo che i comandi cp e mv copiano le ACL e le EA associati con un file.

    Per ulteriori informazioni sull'impostazione e la lettura delle ACL, consultate le pagine man setfacl e getfacl. Informazioni generali sulle ACL si trovano nella pagina man acl.

    NOTA BENE: I comandi normali tar e dump non faranno il backup degli ACL e delle EA.

    Compatibilità con sistemi meno recenti:

    Qualunque file system ext3 che non presenta alcun ACL o EA, funzionerà identicamente sui kernel meno recenti, e può essere controllato usando le utility e2fsprogs più vecchie.

    Una volta che una EA oppure una ACL è stata impostata su qualsiasi file in un dato file system, quel file system acquisterà l'attributo ext_attr. Questo attributo può essere visto usando il seguente comando:

    tune2fs -l <dispositivofilesystem>

    Un file system che ha ascquistato l'attributo ext_attr può essere montato con i kernel meno recenti, ma ovviamente quei kernel non saranno capaci di far rispettare le ACL che siano state impostate.

    NOTA BENE: Versioni meno recenti del programma che controlla i file system e2fsck rifiuteranno di controllare ogni file system con l'attributo ext_attr. Questo corrisponde alle versioni del pacchetto e2fsprogs precedenti a 1.22.

  • Il kernel di Red Hat Enterprise Linux 3 include ora il supporto per NFS attraverso TCP. Per utilizzare NFS attraverso TCP, dovete includere l'opzione "-o tcp" su mount quando montate il file system esportato con NFS sul sistema del client.

    NOTA BENE: Il protocollo di trasporto di default per NFS rimane UDP. Usare il comandomount con l'opzione "-o tcp" per montare un file system esportato in NFS usando TCP; altrimenti, UDP verrà usato per default.

  • In questo kernel, il seguente comando è stato aggiunto per ricercare i nuovi dispositivi su tutti gli adattatori host SCSI connessi:

    echo "scsi scan-new-devices" > /proc/scsi/scsi

    Questa non rappresenta un'aggiunta standard. In kernel futuri verrà usato un parametro diverso per fornire la stessa capacità, o le semantiche dello stesso parametro (scan-new-devices) potrebbero essere diverse, in quanto Red Hat, segue il kernel ufficiale di Linux in questa area.

  • Cambiamento nelle semantiche del permesso per il blocco della memoria per la modalità-utente

    Red Hat Enterprise Linux 3 Adesso abilita i processi non-root all'uso delle chiamate del sistema di blocco della memoria per la modalità-utente, all'interno dei limiti della loro risorsa RLIMIT_MEMLOCK. Il limite di default è una pagina fisica per processo. I limiti possono essere riassegnati dall'amministratore del sistema in base all'user-id, al group-id o ad ogni utente del sistema, tramite il file /etc/security/limits.conf. I processi root non sono più influenzati da questo limite della risorsa.

    Le chiamate del sistema influenzate da questo cambiamento nelle semantiche sono mlock(2), munlock(2), mlockall(2), munlockall(2), e shmctl(2).

( x86 )